Ciclo mestruale e fertilità: cosa c’è da sapere?
Dalla pubertà alla menopausa, il sistema riproduttivo femminile va incontro ad una serie di importanti cambiamenti strutturali e funzionali che si ripetono periodicamente ogni mese.
Il ciclo mestruale rappresenta, quindi, un indicatore della salute di una donna, pertanto è utile capire come funziona e quando discosta dalla normalità. È bene sempre ricordare che il dolore mestruale non è mai fisiologico ed è indicatore di qualcosa che non va come dovrebbe.
L’importanza dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio nel ciclo mestruale
L’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, ovvero l’interazione ormonale che regola il sistema riproduttivo femminile, riveste un ruolo fondamentale nella vita fertile della donna: il sistema neuro-endocrino si attiva con la pubertà, quando avviene il menarca (prima mestruazione). L’asse lavorerà ogni mese per consentire il perfetto funzionamento di ogni fase del ciclo mestruale, fino al momento del termine della vita fertile, ovvero con la menopausa.
L’ipotalamo favorisce la secrezione dell’ormone GnRH che spinge l’ipofisi a produrre l’ormone follicolo-stimolante (FSH) che permette l’ovulazione. Si occupa anche della secrezione dell’ormone luteinizzante (LH). Questi due ormoni interagiscono con l’ovaio, per produrre estrogeni e continuare l’ovulazione. L’ormone luteinizzante (LH) stimola anche la sintesi di progesterone (altro ormone sessuale femminile, detto anche ormone della gravidanza) da parte delle cellule della granulosa dell’ovaio. La perfetta sinergia tra ipotalamo, ipofisi e ovaio fa sì che il corpo femminile si modifichi durante la crescita, preparandolo ad accogliere l’ovocita fecondato e a una possibile gravidanza.
Periodo Fertile
In ogni ciclo mestruale, il periodo fertile, cioè il momento più favorevole al concepimento, coincide con l’ovulazione e con i giorni in prossimità di tale evento. Se la donna ha cicli regolari, un ovocita (uno per ogni ciclo mestruale) impiega mediamente 14 giorni per maturare e, sotto lo stimolo ormonale, fuoriuscire dal follicolo che la contiene per entrare nella tuba. Da qui, la cellula uovo inizia il suo viaggio verso l’utero dove si annida se, nel suo percorso, viene fecondata da uno spermatozoo. Indicativamente, il periodo in cui è possibile che l’uovo venga fecondato inizia 4-5 giorni prima dell’ovulazione e termina 1-2 giorni dopo: qualsiasi rapporto sessuale in questa finestra fertile può esitare, quindi, nell’inizio di una gravidanza. Ciò è possibile in considerazione del fatto che la cellula uovo matura quando viene espulsa dall’ovaia riesce a sopravvivere circa 24 ore, mentre gli spermatozoi possono rimanere vitali nell’apparato genitale femminile fino a 72-96 ore dal rapporto. Al di fuori di questa finestra, invece, il concepimento è meno probabile. I giorni più fertili del ciclo mestruale sono individuabili dalla stessa donna attraverso la rilevazione di alcuni segni caratteristici come quelli relativi alla variazione della temperatura basale o del muco cervicale.
Ma molte donne notano anche altri sintomi durante l’ovulazione, come ad esempio crampi e dolori addominali, aumento della libido, cambiamenti del volume e della sensibilità del seno, modifiche dell’umore, cambiamenti della pelle del viso con aumento delle impurità e acne.
È normale avere perdite durante il ciclo mestruale?
Tipiche dell’età fertile, le perdite vaginali hanno caratteristiche diverse a seconda della fase del ciclo mestruale. Ad esempio, a metà ciclo quando viene rilasciato l’ovulo (ovulazione), il muco prodotto dalla cervice è più abbondante e più fluido. Il muco vaginale non viene secreto dalla vagina, che è priva di ghiandole secretorie, ma dalla cervice uterina (il collo dell’utero). L’espressione più corretta è infatti “muco cervicale”. In condizioni fisiologiche, questa sostanza gelatinosa è costituita da acqua, sali minerali, proteine ed enzimi. Ha la funzione di impedire il passaggio di batteri dalla vagina all’utero, e di facilitare il passaggio degli spermatozoi, al fine del concepimento. Quando l’ovulazione è lontana, infatti, il muco cervicale forma un vero e proprio tappo che chiude il collo dell’utero. Nei giorni fertili la consistenza del muco diventa più fluida, permettendo agli spermatozoi di passare e dirigersi verso l’ovulo per fecondarlo.
La secrezione vaginale fisiologica è dovuta a normali cambiamenti nei livelli degli ormoni estrogeni durante l’età. Non si presentano nell’infanzia né nella menopausa se non in condizioni patologiche. Durante l’ovulazione, i livelli sono alti e stimolano la cervice a produrre secrezioni: una parte di queste possono essere secrete dalla vagina. Ecco spiegata l’origine delle perdite vaginali. Quando sono normali? In linea generale quando non sono associate a sintomi fastidiosi come prurito, bruciore, arrossamenti, irritazioni, dolore, cattivo odore (odore di pesce).
Ecco un elenco delle perdite vaginali fisiologiche:
Perdite biancastre, lattescenti: sono più frequenti dalla pubertà in poi. In medicina vengono definite leucorrea fisiologica dell’adolescente e indicano che gli ormoni estrogeni sono attivi. Durante i primi cicli mestruali, possono essere molto abbondanti perché in queste fasi il corpo sta assestando i propri livelli ormonali. Con il passare degli anni, si regolarizzano, diventando meno abbondanti.
Perdite trasparenti, filamentose, a chiara d’uovo: compaiono a metà ciclo e indicano l’ovulazione, quindi sono tipiche dei giorni fertili.
Perdite bianche: sono normalissime anche queste, la differenza è che alcune donne possono riscontrarle “meno trasparenti” di altre. Se le secrezioni sono fluide e gelatinose sono indicano che si è nei giorni fertili. Se invece sono più dense e compatte, sono tipiche dei giorni immediatamente precedenti al flusso mestruale, ma non tutte le donne le hanno in questa fase.
Qual è l’età fertile?
Il periodo fertile di ogni donna non deve essere confuso, però, con l’età fertile. Con quest’ultimo termine, infatti, si indica quel periodo di tempo nella vita che va dal menarca, il primo ciclo mestruale, alla menopausa, l’ultimo ciclo mestruale. È il momento in cui ogni donna è potenzialmente in grado di procreare. Nella donna, però, l’età gioca un ruolo primario nella capacità riproduttiva. L’età fertile, infatti, è limitata nel tempo e con il passare degli anni la qualità e la quantità degli ovociti si riducono drasticamente, riducendo sensibilmente le probabilità di rimanere incinta naturalmente man mano che passano gli anni. Negli uomini, invece, la produzione di spermatozoi diminuisce gradualmente e si riduce la loro qualità, ma non si interrompe mai nel corso della vita se non per patologie, farmaci, interventi chirurgici o malattie a carico dell’apparato riproduttivo.
Perché la capacità riproduttiva femminile si riduce nel tempo?
Ogni donna nasce con un determinato numero di follicoli, i “contenitori” degli ovociti, destinati a ridursi con l’aumento dell’età. Sappiamo che la fertilità è massima tra i 20 e i 30 anni, inizia a calare subito dopo e si riduce drasticamente intorno ai 35 anni, per poi annullarsi con la menopausa intorno 50 anni. Infatti, a 30 anni si hanno il 20% di possibilità mensili che si instauri una gravidanza a seguito di un rapporto sessuale non protetto, a 40 anni questa percentuale scende al 5%!
Come calcolare con la tecnologia il periodo fertile
Con il termine periodo fertile si indica il lasso di tempo in cui ci sono maggiori probabilità di rimanere incinta in seguito a un rapporto sessuale non protetto. Per calcolarlo quasi con certezza è necessario conoscere molto bene il proprio corpo e i segnali che invia, oltre ad annotare il giorno di inizio delle ultime mestruazioni, i giorni di media che passano tra una mestruazione e l’altra e la loro durata. In questo modo si può capire quando potrebbe avvenire l’ovulazione, tenendo sempre presente che ogni ciclo può essere una storia a sé.
Esistono anche altri sistemi per calcolare il periodo fertile che, ricordiamo, non sostituiscono il parere di un’ostetrica qualora ci fosse un dubbio e non può essere considerato né un metodo contraccettivo né un modo per assicurarsi una gravidanza. In commercio si trovano test di ovulazione, stick in grado di identificare i giorni in cui si hanno maggiori probabilità di concepire un bambino rivelando i due principali ormoni della fertilità contenuti nelle urine. Oppure si può creare un grafico della temperatura basale (la temperatura rilevata al risveglio dopo almeno 5 ore di sonno ininterrotto per via rettale, vaginale oppure orale) per rilevare la prossima ovulazione. Di solito poco prima di questa fase si registra una piccola diminuzione dei valori, con un rialzo improvviso alla fine del processo. Dovremmo registrarla tutti i giorni e trovare dal grafico le informazioni utili, semplicemente usando gli appositi termometri che si possono comprare anche in farmacia. Infine, per calcolare i giorni fertili è possibile scaricare le apposite App, all’interno delle quali inserire tutti i dati relativi al ciclo. Queste applicazioni sono molto utili anche per annotare eventuali anomalie del ciclo mestruale e di eventi associati, così da avvisare tempestivamente l’ostetrica qualora si notassero cambiamenti importanti come dolore, bruciore, prurito, cambiamento di colore/odore/densità delle perdite ematiche, modifiche della zona mammaria e genitale visibili o evidenti al tatto.