Post Gravidanza e allattamento: I punti cruciali da valutare e l’approccio mamma-neonato
La comunicazione gentile ed efficace è il punto di forza per aiutare al meglio la mamma.
Durante il puerperio ogni incontro dovrebbe essere un’occasione per valutare il benessere emotivo, il supporto sociale e la gestione delle attività quotidiane.
In particolar modo, bisognerebbe dare informazioni specifiche per rendere la donna in grado di:
1) valutare le condizioni generali del bambino;
2) identificare segni e sintomi di problemi di salute comuni nei bambini;
3) essere in grado, a mente lucida, di contattare, se necessario, un operatore sanitario o il servizio di emergenza.
Puerperio e allattamento
Il sostegno all’allattamento è estremamente importante perché ha la capacità di ricollegare la madre e il figlio anche fuori dal grembo materno, alla fine del tempo di gestazione. Ma oltre il significato simbolico c’è molto di più.
L’assistenza fornita per l’avvio e il proseguimento dell’allattamento al seno inizia già in ospedale, dove si prevede l’organizzazione di:
1)rooming-in nelle prime 24 ore di vita del nascituro e, quando possibile, favorire il contatto continuo pelle a pelle;
2)un ambiente che favorisca e tuteli la privacy;
3) un tempo adeguato per il riposo della madre senza interruzioni causate dalla routine ospedaliera o agenti esterni;
4) mai dimenticarsi di nutrire adeguatamente, oltre la mente con il riposo, il corpo.
È bene non dimenticarsi mai che, se non su indicazione medica, il latte in formula non dovrebbe essere dato ai bambini allattati al seno. Altresì necessario è dare le giuste informazioni sui benefici dell’allattamento al seno, sui benefici del colostro e sui tempi della prima poppata. Idealmente, per consentire un attacco efficace ed un allattamento efficiente, bisognerebbe accostare il neonato alla madre il più precocemente possibile, magari già in sala parto. Se ciò non avviene si suggerisce di avviare l’allattamento non appena mamma e neonato saranno ricongiunti.
Fin da subito, quindi, si dovrebbe offrire un sostegno competente sull’allattamento per consentire alla mamma di trovare una posizione confortevole per assicurarsi che il bambino si attacchi adeguatamente al seno, in modo da dare avvio ad un’alimentazione efficace e prevenire il dolore ai capezzoli e le ragadi.
Incoraggiare ad allattare senza limiti di frequenza e durata delle poppate, tenendo presente che i bambini smettono di poppare quando sono soddisfatti (che può avvenire anche dopo aver poppato solo da un seno) e rassicurando su eventuali lievi fastidi nei primi giorni è il modo migliore per ridurre esponenzialmente il grado di stress a cui una donna è generalmente sottoposta in questi casi così delicati. Rassicurarle su alcuni eventi, come la possibilità che il bambino non si attacchi adeguatamente e che serva un incoraggiamento con il capezzolo, riesce a normalizzare l’allattamento e l’approccio col il bambino. Infatti, esistono vari indicatori di adeguatezza di attacco, posizione e suzione e riuscire, per la donna, a riconoscerne il più possibile, riesce a rasserenarla.
Indicatori di adeguatezza dell’attacco e della posizione:
1) bocca ben aperta;
2) meno areola visibile al di sotto del mento che sopra al capezzolo;
3)il mento tocca il seno, il labbro inferiore è estroflesso e il naso libero;
4)nessun dolore.
Indicatori di adeguatezza della poppata nel bambino:
1)deglutizione visibile e udibile;
2)poppata con ritmo sostenuto;
3)mani e braccia rilassate;
4)bocca umida;
5) pannolini regolarmente bagnati e sporchi;
Indicatori di adeguatezza della poppata nella mamma:
1)seno morbido;
2)nessun segno di compressione del capezzolo alla fine della poppata;
3)la donna si sente rilassata e assonnata.
L’esperienza dell’allattamento al seno dovrebbe essere discussa con la donna a ogni incontro, per valutare se viene condotto in modo efficace e identificare qualsiasi necessità di sostegno aggiuntivo. Il progredire dell’allattamento dovrebbe poi essere valutato e documentato nel piano di assistenza al puerperio a ogni incontro. Se si ha la sensazione di avere un’insufficiente produzione del latte, dovrebbero essere rivisti attacco e posizione e si dovrebbe valutare lo stato di salute del bambino. La donna va rassicurata e aiutata ad acquisire fiducia nella propria abilità di produrre latte a sufficienza per il suo bambino.
Piccoli Inconvenienti
Può capitare che il bambino non prenda abbastanza latte dal seno e sia, quindi, necessario un supplemento. Uno dei consigli è di conservare il proprio latte materno o colostro dopo averlo prelevato manualmente con la possibilità di conservarlo e congelarlo correttamente.
Inoltre è molto importante che la donna sia sufficientemente informata sul fatto che dolore o lesioni ai capezzoli sono dovuti probabilmente a un attacco inadeguato. Nell’eventualità in cui il dolore ai capezzoli dovesse continuare nonostante la correzione di attacco e posizione si dovrebbe considerare la presenza di un’infezione da candida. Questo genere di problematiche avviene perché seno potrebbe diventare sensibile, duro e dolente quando arriva la montata lattea, circa tre giorni dopo il parto.
L’utilizzo di un intimo idoneo e comodo aiuta perché non comprime il seno e nell’eventualità che la compressione porti ad un ingorgo mammario è necessario trattarlo con poppate frequenti e senza limiti di durata, soprattutto dal seno ingorgato; massaggio al seno e, se necessario, spremitura manuale e l’utilizzo di analgesici prescritti. C’è, inoltre, la possibilità che, in presenza di una sensibilità accentuata e di forti compressioni che giocano sull’apparato mammario e le ghiandole, la donna possa riscontrare qualche segno o sintomo di mastite, ovvero sintomi di tipo influenzale, il rossore, la tensione e il dolore al seno.
In caso di mastite dovrebbe essere offerta assistenza per l’attacco e la posizione e si dovrebbe suggerire di continuare ad allattare e/o spremere manualmente il seno per garantire un’efficace rimozione del latte; se necessario, contemporaneamente, può essere eseguito un massaggio del seno per cercare di eliminare eventuali ostruzioni dei dotti; assumere analgesici compatibili con l’allattamento, per esempio il paracetamolo e aumentare l’apporto di liquidi per agire sulla qualità del latte stesso e facilitarne l’uscita.
La sensibilità dei capezzoli è così forte da creare casi di capezzoli introflessi. L’introflessione dei capezzoli è una condizione tale, i capezzoli stessi risultino non fuori dall’aureola ma retratti verso il seno. Generalmente è un fenomeno innocuo e non indica un problema più serio. In forma lieve sono reversibili autonomamente tramite stimolazione manuale. In forma meno lieve , non avendo alcun effetto la stimolazione manuale, in genere serve una visita medica.