Perché ho prurito, bruciore, perdite maleodoranti? Potrebbe essere Vulvovaginite! Sintomi, cura e prevenzione
Quali sono i sintomi della vulvovaginite?
- arrossamento e irritazione delle parti intime;
- bruciore e prurito (come la cistite) nella zona genitale;
- infiammazione intorno alle grandi labbra e alle zone perineali (l’area tra la vagina e l’ano);
- secrezioni maleodoranti, che possono presentarsi di un colore tendente al grigio o al verde;
- dolore durante la minzione;
- dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali);
- sanguinamento leggero (detto anche spotting)
Quali sono le cause della vulvovaginite?
- Infettiva, per riduzione della resistenza della mucosa vaginale che diventa quindi più vulnerabile all’attacco dei microorganismi patogeni, soprattutto in seguito all’innalzamento del pH locale dovuto a una scarsa igiene intima (residui di sangue mestruale o di sperma), a diete non equilibrate, all’utilizzo farmaci antibiotici o a base di cortisone;
- Irritativa, per una reazione irritativa o un’ipersensibilità della mucosa vaginale.
La vulvovaginite può anche essere causata da:
- Malattie sistemiche (come il diabete);
- Farmaci (come corticosteroidi e antibiotici);
- Squilibri ormonali (per esempio dopo la menopausa vi è un calo degli Estrogeni che favorisce un aumento delle infiammazioni vaginali, così come dopo il parto o durante l’allattamento);
- Trattamenti medici (chemioterapia, asportazione delle ovaie).
Vulvovaginite nelle bambine
Questa infezione è molto comune nelle ragazze in età pre-puberale (indicativamente fino agli 11 anni), per via degli estrogeni (ormoni sessuali prodotti dall’organismo femminile) presenti in basse quantità. Quando inizia la pubertà e quindi i livelli di estrogeno aumentano, la vagina acquisisce un pH acido con conseguente calo delle possibilità di contrarre infezioni.
Vulvovaginite nelle donne in età fertile
Nelle donne in età fertile (tendenzialmente tra i 13 e i 50 anni), la flora batterica vaginale è costituita in particolar modo da lactobacilli (o bacilli di Doderlein) batteri che mantengono il pH vaginale su valori ottimali, tra il 3,4 e il 4,2 ed evitano così la proliferazione dei batteri patogeni.
Le difese locali sono inoltre fortificate grazie agli elevati livelli di estrogeno, per questo motivo l’infezione che si presenta nelle donne in questa fascia di età è spesso una vaginite non infettiva, dovuta quindi a:
- utilizzo di spray vaginali, lavande intime, saponi profumati e prodotti spermicidi.
- pH vaginale alcalino in seguito al sangue del ciclo mestruale, dello sperma o alla riduzione dei lactobacilli;
- scarsa igiene personale,tamponi e assorbenti interni tenuti troppo a lungo;
- alterazioni ormonali, come quelli associate alla gravidanza o alla pillola oppure all’utilizzo della spirale.
Vulvovaginite nelle donne in menopausa
In questa fase della vita, una donna può essere soggetta alla sindrome genitourinaria della menopausa (nota anche come vaginite atrofica) che comporta la riduzione dei livelli di estrogeni a causa all’interruzione dello stimolo ormonale prodotto dalle ovaie. Questa condizione provoca l’assottigliamento del rivestimento vaginale, con conseguente irritazione, bruciore e secchezza nella zona interessata. Inoltre, il pH più alcalino predispone maggiormente all’infezione. La riduzione degli estrogeni nelle donne in menopausa può essere dovuta anche all’utilizzo di farmaci chemioterapici, ovariectomia (asportazione delle ovaie) o irradiazione pelvica. Eventuali infiammazioni della vulva possono verificarsi anche in seguito alle irritazioni dovute a urina e feci, nel caso di pazienti incontinenti.
Vaginiti e vulvovaginiti trasmesse sessualmente
Il rapporto sessuale è uno dei mezzi con cui più frequentemente avviene la trasmissione della vaginite. Gli esperti ritengono che avere un più partner sessuali incrementi la probabilità di vaginosi batterica. In particolare esistono alcune infezioni trasmissibili prettamente per via sessuale, favorite dal pH leggermente alcalino (7,4-7,6) dello sperma, che riduce l’acidità vaginale favorendo l’attecchimento e lo sviluppo degli agenti patogeni.
- Gardnerella
La crescita eccessiva dei bacilli di Gardnerella nella flora vaginale è comporta una vaginosi batterica, riducendo i lattobacilli a favore di microrganismi, tra cui la Gardnerella. La via di contagio principale di questo tipo di vaginosi sembra essere proprio l’attività sessuale, ma tra i fattori che incidono sullo sviluppo di questi microrganismi troviamo anche un’igiene intima scorretta (eccessiva o scarsa), l’uso di antibiotici o della spirale. I sintomi di un’infezione da Gardnerella includono dolore durante il rapporto sessuale, bruciore e prurito. - Trichimonas
Le infezioni vaginali da Trichomonas sono nella maggior parte dei casi trasmesse per via sessuale. Il protozoo Trichomonas vaginalis può essere sintomatico già dal suo ingresso in vagina, ma può anche restare asintomaticamente nella vagina o nella cervice per lunghi periodi. I sintomi di un’infezione da Trichimonas includono bruciore, prurito e perdite maleodoranti. - Mycoplasmie
Il batterio Mycoplasma genitalium, diffuso da rapporti sessuali non protetti, causa un’infiammazione delle vie urinarie e genitali sia negli uomini che nelle donne. L’infezione può portare a complicanze come artrite e, nei soggetti femminili, infiammazioni pelviche e infertilità. - Chlamydia
La Clamidia è una malattia infettiva molto conosciuta ed è causata dal batterio Chlamydia trachomatis, trasmissibile tendenzialmente attraverso rapporti sessuali vaginali, orali e anali non protetti. Definita malattia “silenziosa” per via dei sintomi ambigui, la Clamidia può causare perdite vaginali e irritazione nelle donne, mentre negli uomini può manifestarsi con dolore testicolare, prurito, febbre, secrezioni dal pene. - Vulvovaginite da Candida (Candida albicans)
La candidosi vulvovaginale, solitamente causata da C. albicans, presenta alcuni sintomi tipici come prurito, dispareunia, sensazione di indolenzimento vaginale, disuria esterna e perdite vaginali anomale. La candidosi vulvovaginale è un fenomeno diffusissimo, tanto da riguardare il 75% delle donne almeno una volta nella vita, mentre il 40%-45% avrà due o più episodi. La vulvovaginite causata da Candida può essere classificata come semplice o complicata. Una diagnosi può essere suggerita clinicamente dalla presenza dei classici sintomi, accompagnati da edema vulvare, ragadi, secrezione vaginale spessa e cremosa e escoriazioni. Diventa fondamentale un parere medico per una corretta diagnosi e cura di questo tipo di vaginite.
Come si curano e prevengono la vaginite e la vaginosi batterica?
Per un trattamento di cura efficace delle vaginosi e delle vulvovaginiti è necessario avvalersi dell’aiuto di un* professionista sanitario competente in materia e di una serie di norme igieniche e dietetiche. Importante è un attento esame pelvico in cui potrà valutare la presenza dell’infezione in base all’arrossamento della vulva e alla presenza di vescicole o ulcerazioni. Si potrà quindi ritenere necessario prelevare un campione di perdite vaginali da analizzare in laboratorio. Se il trattamento proposto non ha successo, allora il medico/a potrebbe ritenere necessaria una biopsia della vulva, e questo significa che, in rari casi, prelevare un piccolo campione di tessuto per sottoporlo a esami più approfonditi. È altresì importante stabilire la causa esatta delle perdite vaginali, in quanto non sempre sono la conseguenza di un’infezione da vulvovaginite.