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Giornata mondiale dell’orgasmo: ma è davvero così facile godere?

I l 31 luglio si celebra la Giornata Mondiale dell’orgasmo o diversamente conosciuta come Global orgasm day.

Il Global Orgasm Day era stato programmato inizialmente il 22 dicembre 2006 – per coincidere con la fine del solstizio d’inverno – dagli attivisti pacifisti Donna Sheehan e Paul Reffell. Lo scopo era quello di invitare le persone in giro per il mondo ad avere un orgasmo in questa giornata pensando alla pace, in modo da sprigionare energia positiva. Nel 2009 Sheehan e Reffell decisero di focalizzare il loro impegno sulla scrittura e cedettero il coordinamento dell’iniziativa ad Ani Sinclair. Oggi le Giornate dedicate all’Orgasmo sono due, al giorno del solstizio d’inverno (l’invito ad avere un orgasmo si estende per tutte le 24 ore, dal 21 al 22 dicembre) si è aggiunto il 31 luglio.

Certo è che per una donna avere un orgasmo il più delle volte è complesso tanto quanto vedere realizzato l’augurio della pace nel mondo. E forse giornate come queste potrebbero essere un incentivo, non solo per vendere sex toy, ma per iniziare ad associare il benessere sessuale ad una risposta sanitaria reale e priva di tabù.

 

Sesso e medicina: un rapporto complicato dall’origine dei tempi

 

La mancata discussione pubblica sul piacere e desiderio sessuale femminile è strettamente correlato al discorso sulla salute sessuale femminile. Difficoltà a raggiungere l’orgasmo, calo del desiderio o dolore durante il rapporto, sono problemi sessuali femminili talmente diffusi da riguardare quasi una donna su due. Sulla sessualità femminile pesano infatti ancora tabù e false credenze che sembrano essere estremamente interiorizzate non solo nella società ma anche a livello scientifico, tra i professionisti della salute a cui le donne si rivolgono.
Iniziamo parlando della semi sconosciuta CLITORIDE e di come sia sopravvisuta in questi secoli: La clitoride ha un’unica funzione. DARE PIACERE! Quindi poteva non essere martoriata, esportata, usata come segno inequivocabile di stregoneria? Infatti la povera Clito tutto ha avuto tranne che attenzione medica. O meglio… l’ha avuta… ma in maniera abbastanza bizzara e ovviamente violenta. Galeno (129-216 d.C) uno dei più influenti medici greci sosteneva che la “ninfae” servisse per tenere caldo l’utero. Il fisico greco bizantino Aezio di Amida la descriveva come una deformità e motivo di vergogna e quindi come qualcosa da esportare. Nel 1688 Nicolas Venette mise in guardia dalla puzza emanata dalla clitoride, fino all’allerta di fare attenzione alle grandi clitoridi che potevano essere utilizzate come pene dalle donne stesse. Quindi…meglio tagliarle! Poi arrivò il genio FREUD

 

 

 

Una delle brillanti teorie di Freud è che gli orgasmi clitoridei siano sessualmente immaturi. Nel suo Tre saggi sulla sessualità (1905) sostiene che la sessualità di una bambina è interamente clitoridea
finchè non si raggiunge la pubertà. Poi deve essere vaginale, per accogliere l’uomo, altrimenti è una sessualità non sana. Questo passaggio, questa distinzione tra orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale ha fortemente influenzato la percezione della sessualità e ha parecchio compromesso anche la percezione di alcune patologie.
Sicuramente influenzò molto Marie Bonaparte (1882-1962) pro-pro nipote di Napoleone che si rivolse a Freud per comprendere perché non riuscisse a raggiungere l’orgasmo. A Marie Bonaparte
venne detto che la sua clitoride era troppo distante dall’apertura della vagina. Così si fece operare nel 1927 per riposizionare la clitoride più vicina all’apertura vaginale. Si operò tre volte e ovviamente non raggiunse mai più l’orgasmo. Le teorie di Freud si diffusero in tutto il mondo medico, alle donne venne inculcato che raggiungere l’orgasmo solo attraverso la stimolazione clitoridea fosse un fallimento una devianza dal punto di vista sessuale, molti ginecologi iniziarono ad operare per “liberare” la clitoride dal suo cappuccio ed eventualmente riposizionarla.

 

 

Ciao sono la Clitoride!

 

 

 

 

 

 

 

Quali sono i sintomi che NON sono normali e impediscono di vivere il sesso con serenità? ( Oltre la possibilità che semplicemente non si ha voglia di farlo)

 

 

 

 

 

Il dolore non è fisiologico, anche durante i rapporti sessuali, può essere dovuto a una tensione dell’utero o ad altre tensioni muscolari. Problemi che potrebbero essere diagnosticati ma che spesso vengono completamente ignorati e portano le donne ad abbandonare completamente il sesso e non considerarlo più come una sana risorsa nella propria vita.

La dottoressa ostetrica esperta in rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico Teresa Mastrota ci dice che le è capitato che una paziente le chiedesse: «Ma se ho dolore durante i rapporti, sarà normale? Potrebbe essere perché ho la vagina stretta?!» La dottoressa Mastrota prosegue «Un mito che dobbiamo assolutamente sfatare è proprio questo:” ho la vagina piccola ” La vagina è un organo dalle caratteristiche fibromuscolari, questo significa che non è una tubo rigido installato sul nostro bacino, bensì ha strati di tessuto che conferiscono elasticità e contrattilità. Ma le donne non lo sanno perché non sanno come sono fatte e sono restie a rivolgersi alle ostetriche per capire il funzionamento del loro corpo, perché una società patriarcale che incentiva solo alla salute riproduttiva le incentiva a non farlo.»

 

Le donne devono essere libere di godere (anche masturbandosi)

 

Secondo il Kinsey Institute, le donne eterosessuali hanno meno probabilità di raggiungere l’orgasmo durante il rapporto sessuale, che si verifica solo il 63% delle volte, in confronto all’85% degli uomini etero e gay e al 75% delle donne lesbiche. La consapevolezza sessuale nelle donne è stato uno dei più faticosi traguardi raggiunti da quando è iniziata la rivoluzione per la parità dei diritti. Il piacere femminile era considerato solo in funzione di quello maschile, senza una propria autonomia.

Sebbene siano stati fatti molti passi avanti su questo argomento, ancora oggi alcune donne fanno fatica a legittimare la ricerca del proprio appagamento sessuale e la curiosità nella scoperta della propria sessualità. Una donna sessualmente consapevole è una donna in grado di fare delle scelte per sé stessa, che conosce il proprio corpo e ascolta i propri desideri e le proprie pulsioni.

Anche ampliare la nostra definizione di rapporto sessuale, che nel mondo eterosessuale è spesso utilizzato solo per indicare il sesso penetrativo, può essere d’aiuto. Quando veniamo limitate da questa definizione molto ristretta di quello che viene considerato ‘sesso’, perdiamo molte opportunità di raggiungere il piacere.

Se per gli uomini l’autoerotismo è sempre stato considerato un atto naturale, per le donne, ancora oggi, è un tabù, un tema imbarazzante da trattare e praticare. Come mai? “La sessualità femminile – ha spiegato a Today lo psichiatra e sessuologo Marco Rossi – è sempre stata vista da un punto di vista maschile, quindi come passiva, finalizzata esclusivamente alla procreazione e a soddisfare i piaceri dell’uomo. Quindi, vien da sé che, se la donna ha una sessualità passiva, non è ammissibile che possa mettere in atto un gesto attivo, come quello della masturbazione. E’ un problema strettamente culturale, concettuale”.

Ma qualcosa sta cambiando. Il progresso culturale e l’evoluzione della società hanno fatto sì che pian piano anche l’autoerotismo femminile (e non solo quello maschile) diventasse oggetto di ricerca, tracciando di fatto la strada a uno sdoganamento dei numerosi tabù che riguardano la sessualità delle donne.

Negli ultimi anni, diversi studi hanno indagato e scoperto come la masturbazione femminile e in particolare l’utilizzo dei sex toys (giocattoli del sesso), non solo apporti piacere fisico ma anche numerosi benefici alla salute delle donna come ridurre lo stress, alleviare dolori mestruali e acquisire una maggiore fiducia e migliore percezione di sé.

 

Giornalista ed imprenditrice, esperta in tematiche riguardanti gli stereotipi di genere nella medicina. Titolare del centro Io Calabria e Direttrice di Io Calabria Magazine