Chi è Clitoridea, la divulgatrice calabrese da 27,1mila follower, che fa conoscere la letteratura erotica su Instagram?
è uno fra gli account italiani di Instagram più attivi in Italia sui temi della sessualità e dell’inclusività, conta 27,1mila follower e ha il volto e l’anima di Ketty Rotundo, “calabrisella fimmina e femminista”.
Letteratura erotica, femminismo intersezionale e sesso, sono le tematiche principali che affronta K. Rotundo su Instagram. Le abbiamo chiesto di raccontarsi e ci ha donato una pagina del suo “diario personale”, parlandoci di lei con tutta la potenza emotiva e la passione che la contraddistinguono, non solo su Instagram, anche sul blog Clitoridea, spazio creato con l’obiettivo di far conoscere la letteratura erotica tramite racconti erotici di autrici e autori anche emergenti, “così da poter dar “voce” a tutti e tutte che già scrivono di erotismo o che avrebbero voglia di farlo”.
Quando avevo circa quattro anni, mia madre sorprese me e un mio cugino coetaneo dietro un muretto vicino casa. Eravamo intenti a perlustrare i nostri rispettivi genitali. Era il 1986 e doveva essere qualcosa di vergognoso, soprattutto per i genitori che non sapevano come comportarsi. Mi è capitato spesso di confrontarmi soprattutto con donne della mia generazione sui primi approcci alla sessualità. Ho ascoltato storie di genitori che, presi dal panico, reagivano in modo spropositato, e credo sia normale dal momento che nessuno ci insegna come comportarci. Tutto sommato mi ritengo fortunata. I miei genitori non mi hanno cresciuta con la paura del sesso, ma non mi hanno nemmeno spiegato cosa fosse.
La loro educazione sessuale è stata il silenzio, e so che è capitato a tante altre persone. Da ragazzina tutto quello che ho scoperto sul sesso lo devo alle esperienze delle mie amiche, molto più precoci di me, e al giornalino “Cioè”. Ricordo di aver avuto sempre una predisposizione a parlare di “cose sessuali”. Lo facevo con le amiche femmine, mai con i maschi o con persone adulte. Il silenzio dei miei genitori mi ha insegnato che di sesso non si parla. Come quando stai guardando un film con loro, e alla prima scena di nudo, si cambia canale. Non ricordo quando ho iniziato a parlare di sesso da ragazzina, ma ricordo perfettamente le sensazioni provate. Gli sguardi delle altre persone, anche se amiche, mi facevano sentire sbagliata e sporca. Ero l’unica fra le mie coetanee ad esprimersi in modo ironico e schietto sull’argomento. E negli anni ’90, una ragazzina che parla di sesso “come se fosse una cosa normale”, non era normale. Doveva esserci qualcosa di sbagliato in me. L’ho pensato per tanti anni. E così, per un decennio circa, ho smesso di parlarne.
Ad un certo punto però si cresce. Cambiano le informazioni che hai sul sesso, i mezzi per reperire le informazioni, cambi tu, inizi ad avere le prime esperienze, positive o negative che siano. Intorno alla tua persona si forma la tua identità. Che è quello che sei, c’è poco da sbattergli la porta in faccia. E così, piano piano, ho ricominciato a parlare del sesso, e di quanto sia bello il piacere, e di quanti orgasmi si possono avere, e di quanto, tutto ciò di cui sei convinta verrà messo in discussione nel corso della vita. E soprattutto impari che è naturale cambiare opinione e modo di vivere la sessualità. Nel 2016 ho iniziato a lavorare al mio progetto: Clitoridea. Inizialmente per pubblicare racconti erotici di terze persone. Ma sapevo già che avrei parlato di sesso.
Lo faccio perché il confronto con le persone può aiutare chiunque a non sentirsi sbagliati o strani e a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e di cosa ci piaccia o meno. C’è chi si definisce influencer, chi sex blogger, chi attivista o divulgatrice. Io mi definisco una giovane donna di quasi quarant’anni che ha necessità di confrontarsi. Con il tempo ho capito che il confronto è necessario a chiunque. Se ho capito chi sono, cosa mi piace e cosa no, lo devo soprattutto alle persone che si confrontano con me ogni giorno.
Ketty Rotundo @clitoridea